Samuele Gabai. Un immaginario dipinto
Mostre
23.02.2025—27.04.2025
In apertura del 2025 viene proposto un focus su Samuele Gabai (Ligornetto, 1949), con particolare riferimento al rapporto tra arte e grafica. L’artista si confronta inizialmente con l’elemento naturale visto nel suo mutare per poi giungere a una fase più astratta; ciò avviene indagando la dimensione intima del tempo in relazione alla natura e superando l’espressività dell’arte informale in una continua ricerca volta a una presenza figurale, intima e spirituale.
Samuele Gabai vive un’esperienza artistica completa occupandosi di pittura e di incisione nonché di arti applicate, con la volontà di restituire un’immagine iconica di alta qualità e di grande forza espressiva, in una continua tensione tra presenza e assenza. La sensibilità verso temi letterari che abbracciano le visioni filosofiche dell’esistenzialismo porta l’artista a collaborare con illustri scrittori e poeti. Si ricordano a questo proposito le svariate opere calcografiche e libri d’artista in cui alle sue incisioni, acqueforti o acquetinte vengono associati testi di poeti, filosofi e scrittori, tra cui Giovanni Testori, Silvana Lattmann, Mario Luzi, Leopoldo Lonati, Gilberto Isella, Dieter Schlesak e Marco Maggi.
La produzione più recente è quella delle pubblicazioni bibliofile dei Quaderni in ottavo che in tre serie di volumi (2017, 2019 e 2020) ha visto riuniti attorno a Gabai contributi poetici di Sergio Givone, Marco Ceriani, Fabio Pusterla, Antonella Anedda, Franca Grisoni, Alberto Nessi, Antonio Rossi, Anna Ruchat, Enrico Testa e Renato Giovannoli.
In mostra sono esposte una sessantina di opere a olio e raffinate espressioni grafiche, nonché libri d’artista che, seguendo un percorso tematico-cronologico, presentano i grandi argomenti affrontati dall’autore in cinquant’anni di attività. Le opere, allestite in una sorta di “immaginario dipinto”, individuano i vari temi espressi, dalle “Rocce madri” e “Mater Matutae” (iniziate nel 1977), “Strane presenze”, “Luogo topico” (realizzate a partire dai primi anni Ottanta), alle “Crape” e “Offerte”, per concludere con i riferimenti biblici di simbolica attualità che costituiscono da questo punto di vista un topos artistico, concettuale e poetico del pittore.
Samuele Gabai, dopo essersi diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1973, ha approfondito la conoscenza del mosaico e dell’affresco alla Scuola di Arti applicate del Castello Sforzesco di Milano. Dal 1975 vive a Campora e ha il suo atelier a Vacallo, pur mantenendo numerosi contatti con la vita culturale ed artistica milanese. In questi decenni è stato protagonista di numerose mostre personali e collettive, in Svizzera e all’estero, in particolare in Italia, Germania e Francia. Le sue opere grafiche sono conservate in prestigiose sedi, fra le quali la Biblioteca Ambrosiana a Milano, la Biblioteca Nazionale Svizzera a Berna, la Collezione d’arte della Confederazione svizzera, la Graphische Sammlung del Politecnico federale di Zurigo, il MASILugano e l’Archivio del CIAG Centro Internazionale per l’Arte e la Grafica di Chiasso.
Mostra a cura di Renato Giovannoli e Nicoletta Ossanna Cavadini.