Paolo Bellini. Scultura Sinestetica
Mostre
24.03.2019—28.04.2019
La mostra, che si inserisce nel filone degli approfondimenti tematici di artisti contemporanei legati per nascita o per operatività al Canton Ticino, propone un focus su Paolo Bellini (Mendrisio, 1941), con particolare riferimento all’atelier da lui tenuto a Chiasso e successivamente a Tremona. Allo Spazio Officinasaranno presentati, nel quadro di cinque decenni di attività creativa e di ricerca plastica, un nuovo e più recente ciclo di grandi sculture nate nel segno delle relazioni sinestetiche che vedono una interazione fra elementi grafico-scultorei, la poesia e l’immagine. Il processo creativo di Paolo Bellini appare infatti frutto di una lunga e insistita esperienza, contrassegnato da una volontà di ricerca plastica animata dal confronto tra progettualità e sensibilità, in cui ogni “frammento” trova la sua perfetta collocazione nella definizione del racconto visivo. Grazie all’apprendistato svolto nelle fonderie artistiche del borgo, intrapreso a partire del 1958, Bellini impara a conoscere le varie tecniche di fusione dei metalli e ha l’opportunità di avvicinare artisti quali Jean Arp, Remo Rossi, Emilio Stanzani, Olivier Strebelle e Lynn Chadwick, Mario Neri e Marino Marini. Dopo aver terminato gli studi all’Accademia di Brera a Milano, si trasferisce per qualche tempo in Belgio come assistente dello scultore Strebelle. In seguito a questa esperienza Bellini intraprende una serie di viaggi di studio attraverso l’Europa. Rientrato in Ticino, decide quindi di aprire un proprio atelier a Chiasso. Ha l’occasione di incontrare più volte, nel 1976 e nel 1981 a Much Hadham in Inghilterra, lo scultore Henry Moore, che diventa in quegli anni un costante punto di riferimento per la sua ricerca artistica. Nel corso della sua carriera – iniziata sul finire degli anni sessanta – Paolo Bellini si cimenta con diversi materiali: bronzo, laminati di recupero, alluminio o ferro, che a partire del 1987 costituisce la sua materia di studio e lavoro privilegiata.