m.a.x. museo

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17.02.2019—15.09.2019

Chi non ha mai visto il marchio Pura Lana Vergine? Disegnato nel 1963, è opera di un progettista che con arguzia e ferrea volontà ne ha modellato le linee bianche e nere al fine di costruire una forma unica e riconoscibile. Un’icona che oggi ci viene istintivamente da associare a qualcosa di morbido. L’autore di questo segno-immagine è Franco Grignani, un artista, un grafico, un fotografo. O, sinesteticamente, tutt’e tre insieme, perché a catturare la natura nascosta delle forme egli ha dedicato una vita di incessanti ricerche, indagando solitario le interazioni dei processi percettivi. Così ha usato la grafica per divulgare la sua arte, ha sperimentato la fotografia per cogliere le mille posture del movimento e ha usato l’arte per fissare tutto ciò in cicli pittorici tesi a conquistare la bellezza del vedere. Grignani è a tutti gli effetti un precursore e un innovatore. Nato a Pieve Porto Morone, in provincia di Pavia,si laurea in architettura a Torino, ma subito si getta nelle esperienze del secondo futurismo, dell’astrattismo geometrico e dell’arte concreta. Fin dalle prime prove l’attività artistica è filtrata attraverso una continua osmosi dall’architettura alla fotografia, dalla grafica alla pittura. Si interessa in particolare ai modelli teorici e scientifici della comunicazione e della percezione visiva. La sua opera pittorica, anticipando l’optical art, è dedicata alla polisensorialità basata su nuovi parametri visivi: ad esempio, leforme virtuali, realizzate attraverso l’intervento diretto sull’immagine di movimenti fisici quali rotazioni, torsioni, progressioni, accelerazioni, scissioni, deformazioni; oppure ricostruite grazie a nuove prospettive da cui osservare l’immagine, come la riflessione su specchi deformanti o su vernici e metalli; o ancora ricostruendo la visione ai margini del campo visivo, dove lo sguardo entra in uno stato di sub-percezione, o percezione passiva. Queste ricerche sulla dinamica della visione, questi “traumi allo spazio”, come ebbe a definirli Gillo Dorfles, non si limitano a rimanere speculazioni visive, ma sono alla base di tutta la produzione artistica, della ricerca fotografica e del mestiere di grafico. L’esposizione antologica affronta la complessità della ricerca artistica di Franco Grignani anche grazie a materiali d’archivio inediti.