Il m.a.x. museo, inaugurato il 12 novembre 2005 su iniziativa della Fondazione Max Huber-Kono di Chiasso, dal 2010 è divenuto un’istituzione pubblica del Comune di Chiasso, è membro dell’ICOM (International Council of Museums) e dal 2020 fa parte della Rete MAM, Musei d’arte del Mendrisiotto.
La missione del m.a.x. museo è quella di divulgare la conoscenza della grafica, del design, della fotografia e della comunicazione visiva.
Col termine di “grafica” s’intende il settore della produzione artistica orientato alla progettazione e alla realizzazione di prodotti di comunicazione visiva e, in particolare, il graphic design (progettazione grafica) e la grafica d’arte (o grafica storica).
L’aspirazione del m.a.x. museo è quella di costituire un ponte tra il passato e le nuove generazioni di grafici e di designer.
La sede del m.a.x museo si trova in prossimità del Cinema Teatro e dello Spazio Officina, posizione che permette di creare un’interrelazione tra le principali strutture culturali realizzate nella cittadina di confine e, nel contempo, costituire un nuovo e importante Centro Culturale Chiasso caratterizzato da contenuti espositivi e teatrali di respiro internazionale.
La programmazione delle attività dello Spazio Officina riguarda, più in generale, le arti e la cultura contemporanea volte verso la sperimentazione e il work in progress; sono comunque strettamente correlate alla vocazione del m.a.x. museo.
Il Centro Culturale Chiasso, il 3 aprile 2019, ha ricevuto un prestigioso riconoscimento, a Zugo, da parte della Fondazione Svizzera per il Premio Doron. Il premio, assegnato con la laudatio di Isabelle Chassot, direttrice dell’Ufficio federale della cultura (UFK), è stato conferito per “l’eccellente offerta culturale” promossa dalla città di confine.
Il museo
Opera degli architetti Pia Durisch e Aldo Nolli, il m.a.x. museo si distingue per spazi ampi, luminosi, neutri e semplici, in modo da lasciare la massima visibilità ai contenuti. Gli architetti lo hanno progettato pensando a grafico Max Huber e alla sua opera, trovando affinità tra il loro modo di vivere l’architettura e il suo modo di operare.
La facciata del m.a.x. museo è una vasta vetrina translucida. La sera l’intercapedine della facciata rende visibile l’interno e dà luce alla città come una sorta di “lanterna”.