Cinema Teatro

Teatro

01.03.2023

20.30

di Lalitha Del Parente
con Ashai Lombardo Arop, Livio Beshir, Luz Beatriz Lattanzi, Federico Lima Roque, Rosanna Sparapano, Arianna Gianinazzi
regia Caterina Filograno
aiuto regia Johnathan Lazzini
costumi Margherita Platé
video Valerio Picchi
coreografia Ashai Lombardo Arop
suono Tommaso Giacopini
luci Davide Onesti
produzione V XX Zweetz

Un talent show.
Degli aspiranti genitori.
Un presentatore stravagante.
Una società occidentale in bilico che sembra cercare dei bambini per i genitori anziché dei genitori per i bambini.
Un premio in palio: Masho, una bimba venuta da lontano.
Siamo quelli giusti è un tentativo, uno dei tanti, per parlare dei tasselli che compongono l’esperienza dell’adozione internazionale.

Siamo quelli giusti è stato scritto dall’autrice e musicista ticinese Lalitha Del Parente nel 2021 nell’ambito di Luminanza – reattore per la drammaturgia contemporanea svizzera di lingua italiana e di cui un estratto è stato presentato sotto forma di lettura al FIT Festival, e al Teatro di Basilea in occasione del giubileo di Stück Labor, programma dedicato ai e alle giovani autori e autrici teatrali.

 

Note di regia
Sette persone con diversi background si presentano a “Siamo quelli giusti”, programma con share in calo ma che spera in una rimonta grazie all’idea di promuovere una adozione in diretta tv. La mente dietro questa operazione, dal sapore distopico alla Black Mirror, è il temibile Livio: presentatore del programma col fascino da sacerdote di una setta. Sfruttando la disperazione dei concorrenti (che non ci è dato sapere se siano veramente tali o semplici attori al servizio di questa operazione) Livio propone un gioco al massacro nel quale una dopo l’altra tutte le pedine cadono.
Leggendo il testo di Lalitha, ho percepito una forte volontà di provocare, di interrogare una società occidentale sempre più in bilico davanti al burrone che potrebbe inghiottirla per sempre. Ed ho così scelto di portare sino in fondo la sua idea provocatoria, ponendo il gruppo di concorrenti difronte ad una bambina che non parla. Che non risponde. Che assume quasi le fattezze di un Dio, che si limita ad osservarci. E che, con questo assordante silenzio, genera forse una domanda: fin dove siamo disposti a spingerci per ottenere quello che vogliamo, per soddisfare i nostri bisogni?
La complessa dinamica dell’adozione internazionale diventa così il modus per analizzare, e provare ad ipotizzare, le estreme conseguenze verso cui ci sta portando il capitalismo.
Caterina Filograno

 

Note di drammaturgia
“L’esperienza dell’adozione mi accompagnerà per il resto della mia vita”.
È stato questo pensiero a farmi indagare più a fondo la tematica. Le cose che ci circondano sono in costante cambiamento, il modo di scrivere, il modo di esprimersi, le proprie convinzioni possono cambiare da un momento all’altro. Così è anche per il rapporto di ogni adottato con la propria storia adottiva. Cambia costantemente. Ignorare, evolvere, sotterrare, migliorare, distruggere, riconsiderare.
Lo spettacolo porta in scena il tentativo di attraversare il confine di ciò che ci è familiare verso un futuro ignoto. Il testo tocca temi quali l’identità culturale, l’integrazione, il senso di appartenenza alla propria famiglia, alla propria comunità.
Siamo quelli giusti si ispira a tutti i compagni adottati, ai genitori in attesa di adottare che ho incontrato, intervistato con cui ho condiviso la mia storia personale.
Spero che questo testo apra il pubblico al confronto e lo incoraggi a indagare sui molti documentari, libri, podcasts e opere d’arte realizzati da persone che hanno vissuto l’esperienza dell’adozione transrazziale poiché conoscere differenti punti di vista può solo aiutare a comprendere meglio.                                Lalitha del Parente

 

Con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino – Fondi Swisslos, Comune di Chiasso, Comune di Lugano, Ernst Göhner Stiftung, Migros Percento Culturale

 

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