Don Giovanni
Teatro
10.12.2024
20.30
Perché in fondo questa è anche la storia di chi non vuole, o non può, fare a meno di giocare, recitare, sedurre; senza fine, ogni volta da capo, fino a morirne.
– Arturo Cirillo
“La mia passione per il personaggio di Don Giovanni, e per il suo inseparabile alter ego Sganarello nasce all’inizio dalla frequentazione dell’opera di Mozart / Da Ponte. Sicuramente i miei genitori mi portarono a vederla al San Carlo di Napoli, e vidi il film che ne trasse Joseph Losey nel 1979. Ma l’incontro decisivo avvenne intorno ai miei vent’anni, epoca in cui frequentavo l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma. Un insegnante di Storia della Musica, Paolo Terni, ci fece lavorare proprio sul Don Giovanni in una forma che potrei definire di “recitar-cantando”, in cui ci chiese di interpretare il libretto di Da Ponte (bellissimo per poesia, musicalità e vivacità, ma anche una delle opere più alte, dal punto di vista linguistico, della letteratura italiana). Recitavamo rapportandoci con la musica di Mozart, con i suoi ritmi e le sue melodie. E in quella occasione questa irrefrenabile corsa verso la morte, questa danza disperata, ma vitalissima, sempre sull’orlo del precipizio, questa sfida al destino (o come direbbe Amleto: “al presentimento”) mi è apparsa in tutta la sua bellezza e forza. Negli anni successivi tra i miei autori prediletti si è imposto Molière, quindi mi è parso naturale lavorare su questa drammaturgia. Ho deciso di raccontare questo mito usando forme e codici diversi, conservando di Molière la sua capacità di lavorare su un comico paradossale e ossessivo, che a volte sfiora il teatro dell’assurdo, e di Da Ponte la poesia e la leggerezza, a volte anche una “drammatica leggerezza”. Poi c’è la musica di Mozart che di questa vicenda riesce a raccontare sia la grazia che la tragedia ineluttabile.”