Cinema Teatro

Musica

27.03.2022

20.30

viola Danilo Rossi
armonium Andrea Marchiol
direttore Diego Fasolis

Presso la chiesa parrocchiale di San Vitale martire di Chiasso - ENTRATA LIBERA

 

 

Musiche di I. Pizzetti, P. Hindemith, G. Puccini

 

L’Associazione “I Barocchisti” di Lugano con il Coro della Radiotelevisione svizzera (RSI) in collaborazione con il Cinema Teatro Chiasso presenterà in occasione del tempo quaresimale tre rari capolavori, di cui due corali e uno strumentale, di compositori vissuti a cavallo tra il 1800 e il 1900. Si tratta del quinto appuntamento della Stagione 2021-2022, intitolata “Requiem”, dell’Associazione “I Barocchisti” Concerti RSI, dedicata alle vittime fisiche e morali della pandemia.

 

Il Coro della RSI, diretto da Diego Fasolis, interpreterà i Requiem di Ildebrando Pizzetti (1880-1968) e di Giacomo Puccini (1858-1924); massimo esponente del Verismo operistico il secondo, più orientato invece al recupero della musica antica in chiave moderna e annoverato tra i compositori della “Generazione dell’80” (insieme a Respighi, Casella e Malipiero) il primo.
Puccini e Pizzetti, autori conosciuti dal grande pubblico per altri generi della letteratura musicale, ci hanno lasciato anche alcune composizioni di carattere sacro, meno conosciute, ma non per questo di minor valore. Tra queste, appunto, i due Requiem proposti per questo evento.
Il Requiem di Pizzetti, scritto tra il 1922 e 1923 per commemorare il Re d’Italia Umberto I, è concepito per coro a cappella. La scrittura corale si estende da 4 fino a 12 voci e i numeri della composizione seguono fedelmente l’Ordinario della messa funebre cattolica.
A proposito del Requiem di Pizzetti, Guido Gatti – autore della principale monografia dedicata al compositore – così scrive: «
La sua commozione non s’esprime in grida e vociferazioni, ma non si raggela nella retorica formale: è un canto di fede e, per la parte ch’è propria del rito funebre, una serena contemplazione della morte. Non v’è dramma, nel senso corrente in queste musiche perché non v’è contrapposizione di vita e di morte, ma lirica esaltazione dei motivi cristiani di vita eterna e risurrezione; la città di Dio è immagine ideale della città terrena». Il testo del Requiem di Puccini si limita invece all’orazione dell’introito della messa. Scritto dal compositore lucchese su richiesta di Giulio Ricordi per celebrare il IV anniversario della morte di Giuseppe Verdi, il brano venne eseguito dal Coro del Teatro alla Scala al termine della messa di suffragio del 27 gennaio 1905 (giorno dell’anniversario della morte di Verdi) nella cappella della Casa di riposo per musicisti “Giuseppe Verdi” di Milano.
Il breve spartito, in re minore, presenta un evidente omaggio all’Ave Maria di Verdi, proponendo “ad imitationem” una scala ascendente all’unisono e all’intervallo di ottava del coro accompagnato dall’armonium. Sull’andamento prevalentemente omofonico delle voci, si innestano una mesta melodia della viola solista e una breve sezione in stile fugato-contrappuntistico.
Così annotava una cronaca della prima esecuzione: «Alle 10 (del 27 gennaio 1905 n.d.r.) conviene nella Casa di Riposo per i Musicisti un eletto e reverente gruppo d’invitati: sono presenti tra gli altri (…) il comm. Ricordi, il maestro Arrigo Boito, il maestro Puccini colla signora, l’architetto Luca Beltrami. Nella Cappella, sovrastante la tomba del Grande (Verdi n.d.r.), Don Carlo Mantovani celebra la Messa, mentre il prof. Bognetti rievoca dall’harmonium le più toccanti melodie verdiane. Alla fine della Messa 30 coristi, scelti dalle masse della Scala, eseguiscono un nuovissimo, espressamente scritto, Requiem di Puccini (…). La genialissima sorprendente risoluzione è accolta dagli astanti con muta ammirazione,
muta ammirazione che vale pel maestro Puccini ben più d’ogni più scrosciante ovazione teatrale. Con intensità espressiva eseguisce l’assolo della viola il prof. Pirignoli della Scala: il coro è squisitamente istruito e diretto da quella spiccata personalità che è il maestro Aristide Venturi
».
Fra i due requiem il programma inserisce la suite Trauermusik per viola e organo, composta in poche ore da Paul Hindemith il 21 gennaio del 1936 in occasione della morte di Giorgio V d’Inghilterra, il quale spirò la notte precedente. La composizione fu eseguita e trasmessa dalla BBC di Londra in memoria del re defunto la sera seguente.
La viola, strumento di cui lo stesso Hindemith era un valente esecutore, svolge il ruolo di solista in questa composizione che consta di quattro brevi movimenti ispirati da colori intimi e mesti che infondono un alto senso di spiritualità. L’ultimo movimento rappresenta il momento culminante del capolavoro; in
esso il compositore cita il tema del corale “Vor deinen Thron tret’ ich hiermit“, ben noto in Germania e nella stessa liturgia anglicana grazie all’armonizzazione di Johann Sebastian Bach. Il brano, entrato da subito a pieno titolo nel repertorio per viola, è conosciuto anche nelle varie versioni e arrangiamenti per strumenti a tastiera. 

 

PROGRAMMA
Ildebrando Pizzetti (1880-1968)
Messa di Requiem per sole voci


Paul Hindemith (1895-1963)
Trauermusik per viola e organo


Giacomo Puccini (1858-1926)
Requiem per coro a tre voci miste, viola e organo (o armonium)

 

ENTRATA LIBERA