BAB L’BLUZ
Festate
17.06.2022
22.45
Bab L’Bluz nasce dall’incontro tra Yousra Mansour e Brice Bottin e dal loro sogno di portare il Guembri, la chitarra Gnawa, sulla scena musicale contemporanea, confermando che questo strumento, nato in Africa, è all’origine del Blues. Bab L’Bluz è un omaggio alle inesauribili radici della cultura Gnawa, risolutamente anni ’70. La loro musica innovativa mescola tradizione musicale e ritmi più attuali, musica chaabi e hassani, funky, rock e blues, stili provenienti da diversi continenti che si incontrano per diffondere attraverso il canto, un messaggio di pace, di uguaglianza e di amore, in tutti gli angoli del mondo. Il gruppo è composto da musicisti che hanno viaggiato stabilendo al contempo uno stato d’animo e uno stile decisamente moderno, aperto alla world music. Bab L’Bluz si è ispirato anche alla musica Hasanniya o alla musica tradizionale moresca, presente in Mauritania e in alcuni paesi vicini, in particolare nel sud del Marocco. Si caratterizza soprattutto per la sua poesia nota come Tebraa, cantata dalla donne nel Sahara occidentale e nel sud del Marocco, adagiato sugli stilemi del tarab al hassani, il cosiddetto blues della Mauritania. L’album Nayda, segna il debutto del quartetto marocchino – francese.
La frontwoman della band formatasi a Marrakech nel 2018 è la carismatica e determinata Yousra Mansour in un ruolo tradizionalmente maschile. “Tutti noi Bab L ‘Bluz crediamo che l’arte possa aprire le menti e cambiare il modo di pensare delle persone. Questo è ciò che cerchiamo di fare” . Così “Il Mata”, il singolo apripista cantato in arabo classico, è una composizione ispirata ai versi del poeta tunisino Anis Shoshan che lancia un messaggio di risveglio delle coscienze, ma rappresenta anche un invito a riconoscere ciò che unisce piuttosto che ciò che divide. In darija, dialetto arabo-marocchino, “Nayda” significa “sollevati” ma anche “divertiti” ed è il nome del movimento artistico e culturale giovanile emerso in Marocco intorno al nuovo millennio, una nuova ondata di artisti e musicisti che prendono spunto dal patrimonio locale, cantando parole di libertà nel dialetto marocchino-arabo di darija. Antica e attuale, funky e ritmica, sostenuta da testi arabi, voci slanciate e bassi pesanti, Nayda sembra pulsare dal cuore del Maghreb.