Cinema Teatro

Teatro

30.04.2025

20.30

concetto e regia Rubidori Manshaft
con Roberta Basetti, Giacomo Toccaceli
drammaturgia Roberta Dori Puddu, Angela Dematté
assistenti Katia Gandolfi (progetto), Ugo Fiore (regia)
video Fabio Bilardo (short film e montaggi), Fabio Cinicola (video La Residenza)
progetto Roberta Dori Puddu (scene e costumi), Elena Vastano (luci), Federica Furlani (sonoro)
produzione FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea, Officina Orsi (Lugano) coproduzione internazionale Olinda/TeatroLaCucina (Milano)

“E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto? Sì. E cos’è che volevi? Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra.”

– Raymond Carver

 

Dopo un lungo periodo di lavoro in case di cura per persone anziane, Rubidori Manshaft riannoda in questo lungo viaggio “sul campo” i suoi ricordi. Legandosi ai suoi lavori passati, attraverso le narrazioni sviluppa ulteriormente la sua ricerca artistica sul passaggio della memoria, sulla mancanza e sulla solitudine. Riparte da lì per interrogarsi sul corpo, sul suo significato politico. Sulla cura. Sul tempo. Sulla paura. Sul fare. Sulla perdita di sé, delle forze, del ruolo e a volte anche della memoria.
Alcune cose da mettere in ordine è la storia di una donna appena aldilà della soglia dei sessanta anni, che inizia a porsi delle domande sul percorso della vita, una eco di noi tutte (e tutti). Ci riconosciamo nelle sue parole, nei suoi pensieri che sono forse anche i nostri, veniamo spiazzati dalla sua sorprendente capacità di rimescolarli, usarli, appropriarsene, dimenticarsene, inventarseli in sostituzione di quello che nella mente è fallo. Pensieri che, al pari degli accadimenti reali, diventano co-protagonisti di questa storia sul vivere, su sogni e disillusioni, su ricordi e rimpianti.
In questo sublime ribaltamento del reale verremo portati con forza in un nuovo tempo che forse ci apparterrà. Un viaggio interiore e reale verso qualcosa, un montaggio di eventi, struggente, ironico, nel gioco che la vita compie nel tentativo di ridisegnare una dimensione umana forse, oggi, smarrita.